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    Autore: Peppe Ruggiero Nessuno l’ha invitata, ma entra ogni giorno nelle nostre case, si siede alle nostre tavole, «speculando su ciò che abbiamo di più necessario, ciò di cui nessuno può fare a meno», come spiega Luigi Ciotti nella prefazione di questo libro: «Il cibo». La criminalità organizzata raccontata da Peppe Ruggiero non è quella degli omicidi, dei sequestri, della droga, degli appalti. Ma è forse ancora più inquietante: affonda le radici in uno dei settori economici e culturali italiani d’eccellenza – del quale ha ormai il controllo – lo vampirizza, lo intossica, lo inquina. Le inchieste della Direzione distrettuale antimafia e le testimonianze inedite raccolte rivelano dettagli agghiaccianti, che minacciano ogni genere alimentare: dalla pasta alla frutta, dalla carne ai datteri, tutto può essere “taroccato” per generare maggior profitto. E dove non basta la sofisticazione alimentare più bieca, arriva comunque il “pizzo”, l’imposizione di un marchio, la diffusione a macchia d’olio di un prodotto. Il cosiddetto “menù della camorra”, dall’antipasto al dessert, è gentilmente offerto dai boss di casa nostra. E se qualcuno ha in mente di consolarsi al bar con ’a tazzulella ’e caffè, sappia che rischia di pagarla direttamente alla criminalità organizzata. Magari insieme a una giocata di videopoker. Non esistono vie d’uscita? In realtà ci sono sempre altri mondi possibili, come dimostra il progetto Libera Terra: cooperative sociali che producono cibo genuino sulle terre confiscate alle mafie. Un antipasto di legalità. Tanto per cominciare.
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    Autore: Daniele Biacchessi Sono molti gli ospiti coinvolti in questo libro che ha per oggetto il teatro civile: Marco Paolini, Paolo Rossi, Ascanio Celestini, Marco Baliani, Giulio Cavalli, Renato Sarti, Roberta Biagiarelli, Sergio Ferrentino, Ulderico Pesce, Raja Marazzini, Patricia Zanco, Alessandro Langiu, Elena Guerrini, Saverio Tommasi, Gang, Modena City Ramblers, Cisco, Yo Yo Mundi, Gaetano Liguori, Giorgio Diritti, Marco Rovelli, Alessio Lega, Francesco Gherardi, Paolo Trotti, Marta Galli, e centinaia di cantastorie italiani. Daniele Biacchessi torna nei luoghi della memoria italiana, narra storie del passato e del presente: dalla diga del Vajont al Petrolchimico di Marghera, dall’Ilva di Taranto alle discariche abusive, passando per le fabbriche italiane e argentine e il teatro ecologico. E ancora le guerre in Iraq, Somalia, Cecenia, Bosnia, Afghanistan, Medio Oriente. Infine la Resistenza, gli alpini morti sul Don, l’assedio di Leningrado, fino alle pagine più oscure della storia contemporanea come le stragi di Piazza Fontana a Milano e alla stazione di Bologna, la morte di Pino Pinelli, il caso Moro, Ustica, Moby Prince, Linate, gli omicidi di mafia e le cosche al Nord. Nella convinzione che, come dice l’autore, «qualunque spettacolo è teatro civile».
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    Autore: Stefania Divertito «Guardo il mare e ascolto queste parole. Anche il vento sa di sale. M’impregna la pelle e i capelli, mentre provo a immaginare cosa accadeva quando, con il sale, si spargevano in città anche le fibre d’amianto. Un veleno tutto sommato democratico, che ha colpito allo stesso modo chi il golfo l’ha solcato, chi ha trascorso la vita al porto e chi intorno ai cantieri soltanto ci viveva». Una giovane giornalista decide di percorrere la via crucis dell’amianto. Nelle scuole elementari, nelle case di periferia, sulle navi che ancora oggi intossicano i porti, nelle fabbriche, racconta di chi deve combattere contro l’ottusità delle burocrazie (e l’indifferenza di un’intera classe politica) che trasforma in un calvario anche una semplice richiesta di pensione. S’invecchia così, dopo aver maneggiato l’amianto per una vita: con l’incubo di non poter sostenere la famiglia, e la certezza che prima o poi l’ossigeno verrà a mancare, perché la polvere d’amianto non fa distinzioni. Arriva, si deposita e uccide. Un libro inchiesta che dimostra come ammalarsi a causa dell’asbesto non sia una fatalità: i colpevoli ci sono, e vanno processati. Un marchio di fabbrica, un’impronta. L’esposizione all’amianto può portare con sé tracce indelebili. Fibrosi polmonare (asbestosi), lesioni pleuriche e peritoneali, carcinoma bronchiale e mesotelioma pleurico: se una di queste patologie compare non ci sono dubbi, l’esposizione c’è stata. E non c’è una dose minima al di sotto della quale possiamo essere sicuri di non ammalarci. Lo ha ribadito la Commissione europea il 14 aprile 2009, rispondendo a un’interrogazione scritta presentata dall’eurodeputato comunista Willy Meyer Pleite. Solo in Italia ogni anno muoiono 4.000 persone a causa di mesoteliomi e asbestosi. Nel nostro paese la fibra killer ha lasciato dietro di sé una lunga scia di morti, sia nelle città dove erano presenti fabbriche per la produzione di Eternit (l’esempio più noto è quello di Casale Monferrato) sia nei cantieri navali, ma ha fatto vittime anche tra coloro che non avevano mai lavorato né in una fabbrica né tantomeno nel settore dell’edilizia. Semplici cittadini, con l’unica colpa di essere nati troppo vicino a una discarica abusiva o inconsapevoli dirimpettai di tettoie pericolose. Tutte persone a cui, nella maggior parte dei casi, è stata negata anche una semplice pensione d’invalidità e gli indennizzi che spettavano loro di diritto.
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    Autore: Francesco Aloe 10 aprile 1991. Il Moby Prince entra in collisione con una petroliera ancorata a tre miglia dal porto di Livorno e prende fuoco. A bordo del traghetto muoiono carbonizzate 140 persone tra passeggeri e membri dell’equipaggio. Solo una riuscirà a salvarsi. Dove erano i soccorsi? E cos’è accaduto quella notte? Un tragico incidente provocato dalla nebbia o il criminale tentativo di coprire un fiorente traffico di armi e rifiuti tossici in partenza da quel porto? Circa vent’anni dopo. Fratello, un killer al soldo della ’ndrangheta, riceve dal proprio boss il solito incarico di sempre. Così, insieme all’amico e complice Nino, parte per un viaggio che lo condurrà in Marocco e in Spagna sulle tracce delle sue nuove vittime. Ma questa volta niente va come deve andare, e nel suo lungo peregrinare il killer scoprirà il legame che unisce il boss alla più grande tragedia avvenuta in acque italiane. Un viaggio doloroso, alla scoperta di una delle pagine più vergognose della recente storia del Belpaese. “Livorno, 21 dicembre 2010. Il Gip di Livorno Rinaldo Merani ha archiviato l’inchiesta bis sulla strage del Moby Prince.”
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    Autore: Michael Gregorio Centro Italia: chiese medievali, paesi arroccati sulle colline, oliveti, boschi. Una bella cartolina. Dopo il terremoto arrivano grandi finanziamenti per la ricostruzione e qualcuno ha deciso che quella sarà una zona di conquista. Cemento, corruzione, sangue, ferocia, questi gli ingredienti. Dal nulla compaiono centri commerciali dove non servono, villette a schiera, sopraelevate, strade e svincoli inutili e poi anche cave di breccino. È questo il contesto in cui si svolge l’operazione Boschi & Bossoli. L’arresto di un gruppo di ecoattivisti con l’accusa di associazione terroristica serve a sviare l’attenzione dai veri pericoli mafiosi e affaristici. I poveri “untorelli” sarebbero il vero pericolo e l’operazione deve servire da esempio per tutta Italia, un monito per i No Tav della Val Susa. Per questo motivo deve essere spettacolare: un centinaio di carabinieri in mimetica e armati sino ai denti, pattuglie mobili, elicotteri, blindati. Una piccola città sconvolta e ferita si risveglia all’alba attonita. Nel frattempo la penetrazione mafiosa avviene con la collaborazione, anche involontaria, di tante persone. Politici, affaristi, architetti, generali: ognuno segue il proprio tornaconto. Chi vuole fare carriera, chi vuole distogliere l’attenzione dai suoi guai giudiziari, chi reclama potere e visibilità. Fino alla magistratura che si presta a fare scempio della vita di quattro ragazzi innocenti.
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    Autore: Kai Zen Klein lavora per l’Ente, gigantesca multinazionale del petrolio. È un geologo, per anni ha scovato giacimenti da cui far spillare soldi, ma oggi si è persuaso che il futuro è nelle rinnovabili. I vertici dell’Ente sono invece convinti che la conversione alle energie pulite farebbe crollare i profitti della compagnia. Per questo motivo inviano Klein nel Delta del fiume Niger. In apparenza appoggiano il suo progetto, ma in realtà tramano per eliminarlo facendo ricadere la colpa sui ribelli locali. Klein riesce però a salvarsi dall’agguato e a scomparire nella foresta. Sulle sue tracce si mette Ivo Andriç, un agente dei servizi al soldo della compagnia. Dopo aver risalito il fiume devastato dall’avidità e dall’inquinamento, riuscirà ad arrivare nel cuore della giungla, dove capirà che l’orrore è il vero volto del progresso... Uno splendido eco-thriller che gli stessi autori definiscono una cover di Cuore di tenebra di Joseph Conrad.
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    Autore: Giancarlo Narciso Chi ha ucciso chi e perché. Questi gli interrogativi che dominano l’ennesima indagine di Butch Moroni, nello scenario apparentemente rassicurante di Arco e Riva del Garda. Incaricato di ritrovare una persona scomparsa, Butch deve ben presto fare i conti con una catena di omicidi in cui niente è come sembra. Attivisti ambientali impegnati a scongiurare disastri ecologici, presunti colpevoli e colpevoli dichiarati, vecchi amici e nuovi arrivi, politici corrotti e protagonisti dal colposo passato. E al centro, una discarica di rifiuti in procinto di spazzare via interi paesi. Un’indagine serrata che svela un Trentino differente, anch’esso risucchiato nella melma della criminalità ambientale e degli interessi politici, che sembra aver dimenticato duecentosessantotto persone morte venticinque anni fa. In uno scenario tragicamente reale, tra sospettati eccellenti e inquirenti poco interessati a scoprire la verità. Perché «la verità è la fuori, di fronte agli occhi di tutti. Basta volerla vedere».
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    Autrice: Elisabetta Bucciarelli Iacopo detto Iac, adolescente cresciuto troppo in fretta, vive tra la casa della madre e i bordi di una grande discarica. Accanto a lui il fratellino Tommi e l’attraente Silvia, ragazza perbene scontenta del proprio corpo. Iac conosce la discarica fin nei minimi dettagli, è una risorsa, un punto di partenza, dove trovare tutto quello che gli serve per sopravvivere e sognare. Intorno a lui si muove un gruppo di esistenze abbandonate tra cui il turco Saddam, il nero Argo e l’italiano Lira Funesta, scarti umani non privi di una loro particolare dignità. Mentre la vita in discarica procede secondo ritmi collaudati e fuori il caos emotivo delle esistenze normali cerca un equilibrio, il “male” prende il sopravvento. Comportamenti all’apparenza inoffensivi e accumulo di pratiche abusive provocano un episodio drammatico che coinvolgerà profondamente Iac. Corpi di scarto è un apologo su una società che vive il suo declino disseminato di rovine, siano esse di cemento o di brandelli di carne, di siringhe infette o di sentimenti avariati. Ma soprattutto di indifferenza e superficialità colpose.
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    Autrice: Deborah Gambetta Quanto siamo disposti a combattere per le cose in cui crediamo? Si può morire per la causa animalista? E cosa significa, davvero, “amare gli animali”? Stefano Marri è un uomo ordinario. Ha una moglie, un figlio e una barca, la sua è un’esistenza tranquilla e borghese. È un veterinario ed è in galera per aver ucciso un uomo. Perché? Cos’è accaduto di così radicale nella sua vita da fargli commettere un omicidio? Una sera Stefano riceve una telefonata dalla madre di un suo vecchio compagno di università di cui da vent’anni ha perso le tracce. Vittorio è deceduto sei mesi prima e ha lasciato una lettera per lui: il racconto di una storia straziante, di un uomo che ha scelto un mondo alieno, quello di chi davvero combatte per i diritti degli animali. Questa rivelazione costringerà Stefano a una discesa negli inferi e a fare i conti con se stesso. Tra veterinari corrotti prestati al traffico di cuccioli, l’orrore della vivisezione e attivisti dell’Animal Liberation Front, un romanzo di un amore estremo, quello nei confronti degli animali. Postfazione di Gianluca Felicetti, presidente LAV.
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    Autore: Loriano Macchiavelli Dopo molti anni Ricotta torna al suo paese d’origine: Gianni, un suo amico d’infanzia, si è suicidato. Nessuno sembra capire le ragioni del gesto e neanche il biglietto lasciato svela il mistero. Ricotta però vuole capire. L’indagine, sempre più pericolosa, lo porta ad indagare sulle attività illecite di una industria chimica della zona. Ma non è solo il presente a celare complicità e crimini: dal passato riaffiora una ragnatela di passioni segrete che si estende indietro nel tempo e intrappola gli abitanti del paese, figure smarrite in un quadro in cui nulla è ciò che sembra...
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    Autrice: Simona Vinci Via Emilia, tratto Parma-Reggio. Si comincia magari guardando fuori dal finestrino…nuove costruzioni, lavori in corso. Poi ancora, Parma-Reggio e ritorno. Poi capita di andarci ad abitare. Tir, rumore e cantieri…sempre cantieri. Poi quella strada diventa un’ossessione. Da spiare, da fotografare, da percorrere a piedi per capire. Ma bisogna che ci scappi il morto ammazzato perché, come un castello di carte, tutto cominci a crollare. Ad uno ad uno, come in una pièce teatrale, gli interpreti confessano la loro storia. Nessuna delle voci pronuncia la parola speculazione edilizia, perché ben di peggio è quel che gli è toccato: in modo intrecciato, diverso, sempre disperato, la vita di ognuno è precipitata in rovina.
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    Autore: Gian Luca Favetto Damir Babic scatta. Solo dopo lo scatto, può dire che vede. È un fotografo e un viaggiatore. Viene da Sarajevo, dove ha vissuto la guerra. Sente di non appartenere a un unico luogo, è puntato sul mondo come il mirino della sua macchina fotografica. Un giornale lo manda in Sicilia per un reportage su delle maschere di pietra, tremila teste strappate alla montagna. Si ferma in un piccolo hotel con un nome che gli piace, Mogador. Poche stanze, pochi ospiti. È qui che la sua curiosità s’accende e inizia finalmente a vedere. Gli incontri si fanno torbidi e incandescenti. Fra tutti, quello con Salvatore Puma. Un delinquente, forse. Uno che, in lotta con il mondo, cerca la sua rivalsa lavorando nell’inferno di una nave spiaggiata e smantellata da un esercito di miserabili. Insieme a lui Noura, la sua donna, che dalla Somalia ha portato silenzi e ninne nanne. Damir si muove e osserva, e quelli che conosce lasciano un segno. Come il Comandante, che beve e racconta. Come Elena Moncada, che ha un sorriso e una cicatrice da amare. Le stanze di Mogador è una storia di incontri, di luoghi e di occasioni lontano dagli spazi della legge. Un romanzo con il respiro del mare, che copre e scopre, lascia, porta via, sorprende.

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